Chi segue AIA ormai lo sa: ogni bomboletta aerosol è sottoposta a controlli rigorosi.
Per decenni, la prova in “bagno di acqua calda” (Hot Water Bath Test) è stata il metodo standard impiegato a questo scopo. Ideato nel 1945, prevede l’immersione di ciascun prodotto aerosol in una vasca di acqua calda per un periodo di tempo sufficiente a portarne la temperatura a 50 gradi. Simulando la pressione che si raggiungerebbe a 55 o 50 gradi, a seconda dei casi, si verifica che non scoppi, non perda e non si deformi.
A un certo punto, però, questo tipo di prova ha iniziato a risultare datata, rivelando diversi svantaggi: innanzitutto il rischio di rilascio di gas e liquidi infiammabili legato al cedimento delle bombolette difettose, ma non solo. Il “bagno caldo” crea infatti acqua di scarto contaminata da sostanze, parte delle quali potenzialmente pericolose. La metodica stenta infine a tenere il passo delle moderne linee di produzione, caratterizzate da grande rapidità.
Per questo, grazie al lavoro della FEA, Federazione Europea degli Aerosol, è stato introdotto a partire dal 2005 un metodo alternativo per il controllo. Adottato nell’UE dal 2007, richiede alle aziende la presenza di un sistema di qualità. Quest’ultimo è necessario ad assicurare lo scarto di tutti i prodotti non conformi, la resistenza alla pressione di tutti i contenitori aerosol vuoti ad almeno due terzi della pressione di prova, la pesatura di ciascuno - per rilevare e scartare quelli sovrariempiti - e, infine, il controllo delle perdite. Quanto alla modalità vera e propria di test, questa prevede prove di pressione e di tenuta pre e post riempimento.
Nella prima fase di questo tipo di test, ogni generatore vuoto deve essere sottoposto a una pressione uguale o superiore alla massima resistenza prevista nel generatore riempito a 55 o 50 gradi a seconda dei casi. Questa pressione deve corrispondere ad almeno due terzi di quella di calcolo del generatore: se si rileva un tasso di perdita uguale o superiore a un dato valore alla pressione di prova, una deformazione o un altro difetto, va scartato. Prima del riempimento, un operatore deve inoltre verificare che il dispositivo di serraggio sia regolato in modo appropriato, e che il propellente sia effettivamente quello che è stato specificato. Dopo il riempimento, ogni generatore aerosol riempito deve essere pesato e sottoposto a una prova di tenuta: l’apparecchiatura di rilevamento deve essere abbastanza sensibile da rilevare un tasso minimo di perdita, stabilito a un preciso valore. In caso di perdita, deformazione o eccesso di massa bisogna scartarlo.
Una volta che l’aerosol ha superato tutti i controlli e le verifiche ed è così idoneo a essere immesso sul mercato, riporterà il simbolo della epsilon rovesciata di conformità.
Bisogna comunque evidenziare che anche questa procedura non è priva di criticità: alcune autorità internazionali, infatti, rifiutano di accettare criteri solo qualitativi per la validazione del recipiente vuoto. Sebbene sia teoricamente applicabile a tutti i recipienti, poi, il metodo alternativo al bagno caldo è stato a oggi pienamente validato solo per le bombolette aerosol in banda stagnata: per quelle di alluminio, infatti, vanno ancora gestite complicazioni di natura tecnica che non ne permettono la completa applicazione.